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Ipercolesterolemia e sindrome metabolica

Lo stile di vita moderno ci espone sempre più a diverse sfide per la nostra salute. 

Pensiamo alla nostra giornata fatta di ritmi serrati che spesso non ci consentono di cucinare dei pasti sani: ci alimentiamo male! Spesso per mancanza di tempo, infatti, ci “buttiamo” su cibi precotti o su alimenti trasformati e la nostra dieta risulta ricca di carboidrati e grassi saturi, ma priva di vitamine, fibre e flavonoidi.

A questo punto il nostro corpo e il nostro sistema cardiovascolare sono sopraffatti dagli zuccheri e dai grassi, che prendono il sopravvento sulla nostra salute.

Un’alimentazione scorretta associata alla mancanza di attività fisica contribuiscono in larga parte a creare dei depositi di grasso nelle arterie e un irrigidimento delle stesse, con conseguenti effetti sulla pressione sanguigna e sul flusso del sangue.

Tutto ciò ha come conseguenza l’insorgenza di alterazioni metaboliche che determinano un incremento del rischio cardiovascolare.

Cos’è la sindrome metabolica?

Con il termine sindrome metabolica, innanzi tutto, non si fa riferimento ad una singola patologia, ma ad un insieme di fattori di rischio legati a condizioni che aumentano la possibilità di sviluppare patologie cerebro, cardiovascolari e diabete.

E’ dimostrato che in presenza di sindrome metabolica si presenta un rischio due volte maggiore di sviluppare malattie cardiache e cinque volte di sviluppare il diabete.

Quali sono le cause della sindrome metabolica?

Vi sono diverse condizioni che predispongono allo sviluppo della sindrome metabolica. Vediamo quali:

– La presenza di una quantità eccessiva di grasso corporeo, specie a livello addominale. Un eccesso di grasso nella regione addominale può portare un’alterazione del metabolismo degli zuccheri e dei grassi.

Elevati valori di colesterolo LDL e trigliceridi nel sangue

Ipertensione arteriosa

Bassi livelli di colesterolo HDL ( il cosiddetto colesterolo “buono”)

Resistenza all’insulina un ormone che l’organismo utilizza per favorire la conversione dello zucchero nel sangue in energia.

Iperuricemia  cioè un’elevata concentrazione sierica di acido urico.

Più alto è il numero di condizioni di cui si soffre, maggiore è la probabilità di sviluppare la sindrome metabolica.

Ulteriori fattori che predispongono allo sviluppo di questa sindrome sono:

Età. La prevalenza della sindrome metabolica, come più in generale il rischio cardiovascolare, aumenta con l’età.

Etnia. Gli ispanici e gli asiatici sembrano essere maggiormente a rischio di sindrome metabolica rispetto alle altre etnie.

Familiarità per il diabete. E’ più probabile sviluppare la sindrome metabolica in caso di familiarità per diabete di tipo 2 o diabete durante la gravidanza.

Come prevenire la sindrome metabolica

Un cambiamento drastico dello stile di vita può incidere e migliorare tutti i fattori della sindrome metabolica.

I cardini del cambiamento sono impostati prima di tutto sull’esercizio fisico; è consigliato svolgere almeno dai 30 ai 60 minuti al giorno di esercizio fisico di intensità moderata, come, ad esempio, camminare di buon passo.

Perdere peso, perché perdere anche solo dal 5% al 10% del peso corporeo, può ridurre i livelli di insulina e la pressione sanguigna.

Mangiare sano e qui la dieta mediterranea ci viene in aiuto, in quanto limita i grassi non salutari in favore di frutta, verdura, pesce e cereali integrali.

Smettere di fumare perché fumare sigarette aumenta la resistenza all’insulina e peggiora le conseguenze sulla salute della sindrome metabolica.

Quali sono i valori da tenere sotto controllo?

Innanzi tutto è bene controllare i valori di colesterolo, in quanto è da considerarsi uno dei maggiori fattori di rischio per le malattie cardiache. Il colesterolo appartiene alla famiglia dei lipidi (o grassi) ed è una delle componenti della membrana cellulare ed è presente nel sangue e in tutti i tessuti.

Se il colesterolo è presente nel sangue in quantità eccessiva, tende a depositarsi sulle pareti delle arterie, provocando la formazione di lesioni che le ispessiscono e le irrigidiscono.

Le strutture molecolari che trasportano il colesterolo nel sangue sono le lipoproteine di cui si riconoscono due tipi principali:

le lipoproteine a bassa densità o LDL, conosciute anche come colesterolo “cattivo” perché trasportano l’eccesso di colesterolo dal fegato alle arterie

le lipoproteine ad alta densità o HDL, conosciute come colesterolo “buono” perché favoriscono la rimozione del colesterolo dal sangue.

Da controllare sono anche i valori dei trigliceridi. Essi sono grassi presenti nel sangue e vengono accumulati con funzione di riserva energetica. Quando vengono ingerite quantità eccessive di zuccheri e grassi i trigliceridi risulteranno più elevati.

Alti valori di trigliceridi nel sangue sono un fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari.

I rischi cardiovascolari sono legati anche alla iperglicemia o glicemia alta; infatti il diabete di tipo 2 è uno dei maggiori fattori di rischio per l’infarto del miocardio, ictus e insufficienza vascolare degli arti inferiori.

Nel diabete di tipo 2 la glicemia aumenta perché l’insulina non funziona correttamente o le cellule del nostro corpo non rispondono a questo ormone (insulino-resistenza).

Una condizione che aumenta la probabilità che si verifichino malattie cardiovascolari è l’ipertensione arteriosa. E’ una condizione caratterizzata dall’elevata pressione del sangue nelle arterie, che è determinata dalla quantità di sangue che viene pompata dal cuore e dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue stesso.

L’iperuricemia indica la presenza di alti livelli di acido urico nel sangue; è una malattia metabolica dovuta ad un disordine del dismetabolismo delle purine. Il controllo di questo valore è importante in quanto si è riscontrata una significativa associazione tra iperuricemia ed aumento del rischio di complicanze cardiovascolari.

Da non sottovalutare sono anche i livelli di omocisteina nel sangue, in quanto dei valori alti possono predisporci a sviluppare malattie cardiovascolari.

L’omocisteina è un aminoacido che può accumularsi nel sangue in quantità eccessive per cause genetiche oppure per la carenza di alcuni nutrienti, come la vitamina B12, B6 e acido folico, che ne regolano il metabolismo.

Stress ossidativo e sindrome metabolica

Due recenti studi scientifici hanno evidenziato il forte legame tra stress ossidativo e fattori di rischio collegati alla sindrome metabolica. Innanzi tutto definiamo cosa si intende per stress ossidativo o squilibrio Redox: è una condizione patologica che si verifica nell’organismo quando l’equilibrio fra produzione ed eliminazione dei radicali liberi viene meno.

Essa dipende in buona parte dalla composizione della dieta ed è coinvolta nello sviluppo di diverse malattie croniche, quali l’arteriosclerosi, l’obesità e il diabete di tipo 2, spesso associati alla sindrome metabolica.

Aiutiamoci con gli integratori

Perdere peso con un’alimentazione controllata e fare esercizio fisico costante, sono senza dubbio fondamentali per contrastare le patologie legate alla sindrome metabolica. A volte, però, non sono sufficienti e dobbiamo ricorrere all’aiuto di integratori alimentari.

Riso rosso fermentato; per estratto di riso rosso fermentato si intende il prodotto derivante dalla fermentazione del riso rosso da parte del fungo Monascus Purpureus, noto come monacolina K.

La sua azione è molto simile a quella delle statine, largamente utilizzate per controllare i livelli di colesterolo, riducendone la sintesi da parte dell’organismo. Tuttavia, trattandosi di un prodotto derivato da un processo naturale, la monacolina K viene percepita dall’organismo come una statina “naturale” e quindi meno pericolosa.

Acido folico; l’acido folico e i folati sono conosciuti come vitamina B9, anche se spesso i due termini sono usati come sinonimi, c’è una differenza. Il folato si riferisce alla vitamina nella sua forma naturale presente negli alimenti; l’acido folico è la forma ossidata della vitamina ed è la molecola di sintesi presente nei formulati vitaminici. E’ necessario per la regolazione del metabolismo dell’omocisteina.

Il frutto del baobab; è utile per contrastare il colesterolo e il diabete perché le sue fibre inibiscono l’assorbimento dei grassi dannosi e degli zuccheri semplici. Inoltre la polpa contiene un’elevata quantità di antiossidanti, utili per combattere i radicali liberi.

Il cacao; gli antiossidanti naturali presenti nel cacao, contribuiscono a ridurre il livello di colesterolo LDL presente nel sangue, prevenendo l’occlusione delle vene e delle arterie. 

Il tè verde; nei germogli e nelle foglie giovani del tè verde, sono presenti un’alta percentuale di principi antiossidanti. Inoltre le sostanze presenti nel tè verde riducono i livelli di colesterolo LDL e dei trigliceridi. Quindi il tè verde svolge un’azione di protezione sul cuore e aiuta a prevenire malattie cardiovascolari.

Fonti

https://guna.com/it/guna-lifestyle/colesterolo-e-ipercolesterolemia-come-affrontarli/

https://www.minervamedica.it/en/journals/minerva-cardiology-angiology/article.php?cod=R05Y2014N03A0277

Credit photo: www.tuttosanita.com

Laureata in Lettere, freelance

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