La riabilitazione fisica è fondamentale per consentire la ripresa dei pazienti colpiti da ictus, ma nonostante ciò non sempre a tutti vengono garantite terapie adeguate e sufficienti.
Uno studio condotto dai ricercatori della Brown University (USA) sui dati del servizio sanitario relativi a circa 104.000 pazienti ha evidenziato che durante la degenza il 15% di loro non aveva goduto di nessuna terapia di riabilitazione, che in media i pazienti avevano usufruito di 2 ore di terapia, mentre quelli con degenze più lunghe avevano usufruito di quasi 4 ore di terapia.
Il Dr. Kumar, responsabile dello studio ha sottolineato come la riabilitazione sia determinante per la ripresa dopo la stabilizzazione della fase acuta. E’ infatti l’unico trattamento che aiuta a ripristinare i movimenti nelle parti del corpo colpite ed a riacquistare determinate funzioni come camminare, bilanciare o muovere le braccia o usare il bagno in modo indipendente. Inoltre i pazienti che ne usufruiscono hanno un rischio più basso di essere ricoverati nuovamente entro un mese, pertanto è importante iniziare al più presto.
In effetti, i pazienti con diagnosi di ictus ischemico – il tipo più comune di ictus, che si verifica quando un’arteria cerebrale si blocca, riducendo il flusso sanguigno – che erano stati sottoposti a 75 minuti o più di terapia durante la degenza avevano il 14 percento di probabilità in meno di essere ricoverati nuovamente rispetto a quelli che non lo avevano fatto, mentre per coloro che erano stati sottoposti a 30 minuti di terapia il rischio di nuovo ricovero si era ridotto del 10 percento.
Secondo il Dr. Kumar la riduzione del rischio di un nuovo ricovero avviene in due modi:
- in primo luogo aiuta i pazienti a ripristinare i movimenti e riacquistare la capacità di svolgere compiti abituali,
- in secondo luogo, consente ai fisioterapisti di svolgere un ruolo nella pianificazione e nella preparazione dei pazienti per la fase successiva dell’assistenza post-acuta, sia che si tratti di una struttura di riabilitazione ospedaliera, di una struttura infermieristica qualificata o della casa del paziente.
Fonti:
https://www.brown.edu/news/2019-04-19/stroke
https://academic.oup.com/ptj/article-abstract/99/5/494/5479230?redirectedFrom=fulltext