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Alimentazione e Stili di vita

Fegato grasso: ne soffre il 25% degli italiani. Tu in quale percentuale sei?

Quando costringiamo il nostro fegato ad un superlavoro prima o poi ci arriva il conto che può essere veramente salato per la nostra salute.

Cosa intendiamo per superlavoro? 

Seguire uno stile di vita non salutare, fare una vita sedentaria, ingozzarsi di alimenti ipercalorici continuando a ripetersi che ci “metteremo in riga” domani. Il nostro fegato continua a lavorare senza sosta, il nostro microbiota si impoverisce e nel tempo, in modo subdolo e senza avvisaglie entriamo a far parte della schiera di persone a rischio cardiovascolare.

Pensate che sia un’esagerazione?

Bene! Un italiano su 4 è affetto da fegato grasso o steatosi epatica non alcolica (non dovuta ad abuso di alcolici). Normalmente meno del 5% delle cellule del fegato contengono grasso. Quando si supera questa percentuale si inizia a parlare di “fegato grasso”. Questa patologia predispone ed è la causa principale di malattie croniche del fegato e di malattie cardiovascolari. 

Progredisce con l’età in particolare in presenza di diabete, sovrappeso e obesità.

Quali sono le cause

Sicuramente una dieta ricca di grassi e proteine non è amica del nostro fegato specie se unita ad una scarsa attività fisica.

Oltre alle cattive abitudini l’insorgenza del fegato grasso può essere dovuta ad un fattore genetico.

Infatti l’evoluzione umana ha selezionato gli individui più capaci di accumulare grasso per una maggior resistenza alla malnutrizione e alle condizioni avverse del passato. Fortunatamente le condizioni di vita sono cambiate, ma arricchendo troppo il nostro apporto calorico e riducendo l’attività fisica, la nostra conformazione “all’accumulo” è diventata uno svantaggio per le conseguenze metaboliche.

Ruolo del nostro microbiota

Da qualche anno i ricercatori si sono resi conto che anche il nostro microbiota gioca un ruolo importante per la salute del nostro fegato.

Infatti oltre al danno diretto del cosiddetto “cibo spazzatura” si è scoperto che la dieta seguita da ogni persona è in grado di modellare la composizione della flora batterica intestinale.

Chi segue una dieta mediterranea ricca in frutta e verdura ha un microbiota ricco di tante specie batteriche. Chi invece “mangia male” ha un microbiota più “povero” e in squilibrio. Questo predispone ad un maggior stress ossidativo che porta ad un aumento della permeabilità intestinale con passaggio di tossine batteriche che entrano in circolo e vengono portate al fegato dove provocano danni e facilitano l’infiammazione.

Come si diagnostica la steatosi epatica

Il modo più semplice è eseguire un’ecografia. Purtroppo questo metodo diagnostico evidenzia il problema solo quando il grasso ha invaso più del 30% del fegato.

Da sottolineare è che le anomalie metaboliche associate alla steatosi epatica (diabete, ipertensione, aumento di LDL o colesterolo cattivo e trigliceridi) iniziano quando il 5% del fegato è invaso dal grasso. Quantità così ridotte si possono evidenziare solo con la Risonanza magnetica (RMN).

Gli esami del sangue possono essere un aiuto ricercando un aumento di trigliceridi e una riduzione del colesterolo buono o HDL anche se questi parametri non è detto che si alterino in una fase iniziale.

La prevenzione è fondamentale

A tutt’oggi non sono riconosciuti farmaci per la cura del fegato grasso, l’unica terapia resta il corretto stile di vita.

Seguire una dieta mediterranea con pochi grassi e pochi carboidrati, fare attività fisica senza affaticarsi come ad esempio camminare 30 minuti al giorno.

Anche diminuire il proprio peso in caso di sovrappeso o obesità è un grande aiuto per il nostro fegato.

La salute si costruisce a tavola

La dieta mediterranea e l’equilibrio alimentare inteso come un giusto apporto calorico con assunzione bilanciata dei nutrienti, sono i migliori amici della nostra salute.

I nutrizionisti, in caso di steatosi epatica, consigliano tre pasti principali e due spuntini al giorno.

I tre pasti devono essere leggeri per non appesantire la digestione e far lavorare troppo il fegato. 

Vediamo gli alimenti si e quelli no

Bisognerebbe evitare o almeno limitare:

  • i cibi grassi di origine animale,
  • gli insaccati e i salumi
  • latticini,
  • zucchero, dolci e bibite zuccherate come ad esempio i succhi di frutta
  • frutta sciroppata e frutta essiccata perchè sono ricche di zuccheri
  • alcool
  • sale
  • funghi

Consigliamo di portare in tavola:

  • carne magra 
  • pesce azzurro e salmone per il suo contenuto in omega 3
  • legumi freschi o secchi
  • verdure sia crude che cotte
  • frutta: ideale come spuntino
  • cereali
  • pasta pane e riso preferibilmente integrali

Fonti: 

https://guna.com/it/guna-lifestyle/integratori-per-il-fegato/

https://www.sigeitalia.it/Docs/Allegati/Sige_un_italianosu4_soffredifegatograsso_02.10.2020.pdf

https://sigeitalia.it/Docs/Stampa/19_12/19_12_10_Articolo_08.pdf

https://www.sigeitalia.it/Docs/Stampa/19_12/19_12_03_Articolo_04.pdf

https://sigeitalia.it/Docs/Stampa/17_02/17_04_28_La%20stampa.pdf

Farmacista formulatore, giornalista

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