Un nuovo studio condotto da ricercatori presso l’Università di East Anglia e l’Università di Glasgow ha scoperto una terapia economica che può migliorare la vita dei pazienti affetti da ictus con problemi di vista.
L’ictus
Un ictus può influenzare il modo in cui il cervello elabora le informazioni ricevute dagli occhi causando diversi problemi: ad esempio, se l’ictus colpisce il lato destro del cervello, i pazienti avranno problemi a elaborare il lato sinistro e viceversa. Ciò significa che potrebbero accidentalmente ignorare le persone, o addirittura il proprio corpo, e potrebbero non rendersi conto della reale presenza di oggetti intorno a loro.
Nel Regno Unito si registra un ictus ogni tre minuti e ci sono attualmente più di 1,2 milioni di sopravvissuti di cui la metà ha una disabilità.
Il trattamento e i risultati
I ricercatori, guidati dalla dottoressa Stephanie Rossit della Scuola di Psicologia dell’UEA e dal dottor Monika Harvey della Scuola di Psicologia dell’Università di Glasgow, hanno sviluppato e testato una versione di VFT (visuomotor feedback training – capacità di sincronizzare le informazioni visive con il movimento fisico) per riabilitare il deficit visivo, direttamente in casa del paziente.
Il trattamento consiste semplicemente nell’afferrare, sollevare e bilanciare aste di legno di diverse dimensioni. L’idea è che, afferrando ripetutamente l’asta in modo che sia bilanciata quando sollevata, i pazienti ricevano diversi stimoli dai loro sensi: vedere, toccare e sentire pesi ed inclinazioni differenti hanno permesso ai pazienti di trovare molti altri elementi nel loro spazio prima “trascurato” migliorando anche aspetti della vita quotidiana, come il mangiare, la medicazione e le attività sociali.
I risultati mostrano dunque che per la prima volta il VFT produce miglioramenti marcati e duraturi nella vista che sono durati almeno quattro mesi dopo a terapia finita.
Rossit, docente di psicologia, ha dichiarato: “Il deficit visivo è un grave disturbo e la riabilitazione rimane una sfida in quanto attualmente non è stato raccomandato alcun approccio per l’uso clinico. Tuttavia, questo studio dimostra che la VFT è una terapia estremamente promettente e può essere facilmente insegnata e somministrata, non è invasiva, è estremamente economica e può essere condotta dagli stessi pazienti nelle proprie case”.
Fonti:
http://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/09602011.2016.1273119