Gli abitanti delle popolazioni extra-europee non hanno la stessa predisposizione a sviluppare alti livelli di colesterolo delle popolazioni europee.
Recentemente è stato scoperto che la predisposizione genetica nei confronti di alcune patologie varia da Paese a Paese, quindi lo studio di nuovi test e la formulazione di nuovi farmaci dovrebbero prendere in considerazione tutte le etnie anziché concentrarsi sulle popolazioni europee come accade abitualmente.
Paese che vai… genetica che trovi!
Un recente studio ha esaminato le varianti genetiche che influenzano i livelli di grasso nel sangue, un importante fattore di rischio cardiovascolare, per verificare se fossero applicabili a diversi gruppi etnici nel Regno Unito, in Grecia, Cina, Giappone e Uganda ed ha rivelato che i risultati corrispondevano tra i gruppi europei e asiatici, ma non corrispondevano con quelli degli abitanti dell’Uganda.
Sebbene la genetica sia quasi universale, gli ambienti dei diversi Paesi sono variabili e alcuni geni possono agire diversamente in diversi ambienti: quelli che predicono la predisposizione all’ipercolesterolemia ad esempio potrebbero non essere rischiosi per gli individui che seguono diete e stili di vita tipici dell’Uganda rurale.
Sembrerebbe quindi che la ricerca genetica legata allo sviluppo di farmaci e alle previsioni di rischio di sviluppare un alto livello di colesterolo non si possa applicare in egual modo tra le popolazioni europee e quelle extra europee. La ricerca scientifica dovrebbe rappresentare i diversi gruppi etnici in quanto la genetica, oltre ad influire sui tratti somatici e sul comportamento, sembrerebbe condizionare anche la predisposizione per determinate patologie.
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