Secondo uno studio condotto dall’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, mangiare alimenti ricchi di beta-glucano idrosolubile, come pasta, pane, biscotti o altri preparati a base di orzo, è in grado di rendere l’organismo più resistente allo stress, all’obesità e ai rischi correlati, che creano le basi per lo sviluppo di disturbi del comportamento e della memoria.
Il beta-glucano idrosolubile
La sperimentazione, che ha preso a modello il comportamento sociale e biologico dei topi, si inserisce nel solco tracciato negli ultimi anni dalla ricerca in campo epigenetico, che si sta concentrando su specifici alimenti di origine vegetale, peraltro a basso costo, ai quali sono riconosciute qualità nella prevenzione dell’aumento del colesterolo e patologie cardiache, come l’infarto. Tra questi alimenti l’orzo ricopre già un ruolo di primo piano, in quanto fin dal 2014 si è scoperto contenere beta-glucano idrosolubile, che agisce come difensore della funzione endoteliale. Oggi il beta-glucano d’orzo si rivela difensore della funzione di una zona del cervello chiamata ippocampo, centro di elaborazione delle emozioni e sede della memoria, nonché primo interlocutore del cuore. Cuore e cervello, infatti, comunicano in continuazione, scambiandosi informazioni fondamentali per la salute psicofisica.
Orzo: mantiene stabile il peso, il livello di colesterolo e il livello di stress
Lo studio ha portato alla conclusione che, anche in presenza di una dieta altamente ricca di grassi e di una forte situazione di stress, l’introduzione di beta-glucano idrosolubile è in grado di mantenere stabile il peso e il livello di colesterolo. Ma non solo: il beta-glucano è anche in grado di abbattere i livelli di stress. Nel dettaglio: di fronte a un individuo topo alfa molto aggressivo, l’individuo topo beta remissivo e aggravato anche da una dieta ricca di grassi manifestava i sintomi di una persona depressa e tendeva a perdere la memoria. Replicando la stessa situazione, ma introducendo dosi regolari di beta-glucano nella dieta dell’individuo beta, esso è risultato reagire meglio.
Il cereale per non ammalarsi
«Si tratta di schemi del tutto replicabili negli uomini – spiega il Professor Vincenzo Lionetti, responsabile della ricerca – in quanto i topi sono stati selezionati proprio per la loro vicinanza genetica e comportamentale rispetto all’uomo moderno. Non sono animali sociali, ma invece tendono all’individualismo, proprio come l’uomo moderno, e non si prestano ad essere addestrati. Abbiamo osservato le dinamiche che si creano tra diversi individui e siamo giunti alla conclusione che l’orzo non potrà risolvere le cause sociali dello stress della società di oggi, dalla disoccupazione o dal mobbing, ma può senz’altro aiutarci a non ammalarci».