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L’importanza dei nutraceutici nel controllo di glicemia e colesterolemia

L’importanza dei nutraceutici nel controllo di glicemia e colesterolemia

 

Prima di entrare nel percorso irreversibile delle statine, la ricerca propone una valida alternativa naturale per chi soffre in modo moderato di problematiche legate al colesterolo.

Nel 1989 il Dott. Stephen De Felice, Presidente della Fondazione per l’innovazione in medicina (FIM) coniò il termine “nutraceutico” per definire un alimento o parte di un alimento che fornisca benefici medici o di salute, inclusa la prevenzione e/o il trattamento di malattie“.

Cosa sono i nutraceutici?

I nutraceutici sono dunque integratori, derivati da sostanze alimentari naturali sia animali che vegetali, che aiutano a promuovere la salute. Potenziano, migliorando le funzioni fisiologiche, contrastano il normale invecchiamento e aiutano a prevenire  e combattere malattie croniche degenerative (come il colesterolo alto, l’ipertensione e la glicemia).

I nutraceutici più diffusi sono i probiotici (lattobacilli che arricchiscono gli yogurt), gli antiossidanti (come i polifenoli del vino), gli acidi grassi polinsaturi (Omega 3 e Omega 6) e alcune fibre (come lo psyllium).

(Per approfondire leggi: “Gli Omega 3: alleati del nostro cuore”).

Le considerazioni

I probiotici e nutraceutici vanno considerati seriamente come strumenti per la propria salute, non come prodotti alternativi dal consumo disinvolto di tipo dietistico-cosmetico» ha dichiarato il Dr. Alberto Martina, Docente presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Pavia.

Lo studio: probiotico e monacolina k

Con queste premesse il Prof. Paolo Magni, docente presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università di Milano, ha effettuato  il primo studio clinico su efficacia e sicurezza di un probiotico abbinato alla monacolina k per il controllo della colesterolemia.

I risultati

Il risultato fondamentale si riassume nell’evidente dato della riduzione del colesterolo cattivo (LDL): meno 27% dopo dodici settimane” afferma Magni, coordinatore del gruppo di ricercatori italiani che hanno effettuato lo studio. “Un obiettivo del tutto inedito e in parte sovrapponibile con alcune terapie farmacologiche: le conseguenze di una simile riduzione si esprimono in termini di un numero potenzialmente rilevante di persone che possono prevenire eventi gravi come l’infarto miocardico o l’ictus”.

 

(Per approfondire ulteriormente leggi: “Cosa sono i nutraceutici?”).

 

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