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Parola alla scienza

Diabete : il potenziale delle cellule staminali

Diabete e colesterolo alto: cosa fare in presenza di entrambi

Nelle persone con diabete di tipo 1 le cellule beta del pancreas, che producono insulina, vengono attaccate dal sistema immunitario, mentre nelle persone con le forme più avanzate di diabete di tipo 2 le cellule beta, a seguito di una disfunzione, non producono più insulina.

 Il risultato, in entrambi i casi, è una mancata regolazione della glicemia, con picchi di iperglicemia che se non tenuti sotto controllo possono portare alla morte.

Sebbene la scoperta dell’insulina nel 1921 e il suo successivo utilizzo abbiano migliorato la qualità della vita delle persone con diabete, attualmente non è presente una cura per questa patologia che ad oggi colpisce 422 milioni di persone nel mondo.

La procedura attualmente in uso nei casi molto gravi di diabete è il trapianto di pancreas o di isole di Langherans da donatore. Tuttavia la disparità tra il numero di donatori e di persone con diabete è troppo grande per poter considerare questa procedura una vera cura. Nonostante il trapianto porti a un controllo della glicemia e a un miglioramento della condizione del paziente, porta con sé degli effetti collaterali come l’immunosoppressione per tutta la vita.

Una nuova speranza dalle cellule staminali

Con l’obiettivo di poter garantire una cura a un numero più ampio di persone, molti passi avanti sono stati fatti nell’ambito della ricerca medica, e una delle possibilità più promettenti nel campo della terapia cellulare per il diabete è l’utilizzo delle cellule staminali.

Nello scorso Ottobre 2019 infatti, l’azienda americana ViaCyte ha reso pubblici i risultati di uno studio clinico condotto su pazienti diabetici che vede coinvolte le cellule staminali.

Il Chief Executive Officer e Presidente dell’azienda ha dichiarato che per la prima volta in uno studio condotto sull’uomo è stato dimostrato che le isole pancreatiche prodotte a partire da cellule staminali sono state in grado di secernere insulina in pazienti che avevano perso la capacità di produrla.

Questo risultato è una pietra miliare nel campo della terapia cellulare per la cura del diabete, e sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare, in quanto quello di ViaCyte non è ancora un approccio terapeutico, sembra che la strada delle cellule staminali potrà portarci molto lontano.

Post Graduate Research Fellow
Diabetes Research Institute (DRI- Milano)
Fonti:

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