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Parola alla scienza

Utilizzo di dispositivi mobili per il monitoraggio delle fibrillazione atriali

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Un nuovo studio ha evidenziato che l’uso di dispositivi mobili può essere un valido aiuto nel rilevamento della fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale (FA) 

La fibrillazione atriale è l’aritmia più diffusa nella popolazione. Non è di per sé pericolosa per la vita, ma può esporre a complicazioni che, in alcuni casi, possono rivelarsi molto invalidanti. 

Dal punto di vista clinico la fibrillazione atriale si suddivide in:

  • Parossistica: compare improvvisamente, è transitoria, la frequenza cardiaca è altissima e normalmente non è associata ad altre patologie, cardiache e non. 
  • Persistente: quando l’episodio aritmico non si interrompe spontaneamente, ma solo a seguito di una terapia specifica. Dura più di una settimana.
  • Permanente: è un’aritmia cronica e si genera a causa di una malattia cardiaca preesistente. Le terapie anche specifiche per l’aritmia non funzionano e per curarla bisogna prima risolvere il problema cardiaco che l’ha generata.  

La tecnologia per prevenire complicanze cardiache

Oggi è possibile rilevare in anticipo un episodio di fibrillazione atriale grazie a vari dispositivi quali il nostro stesso cellulare, gli orologi da polso per gli sportivi e la tecnologia fotopletismografia (PPG).

La PPG è una tecnica alternativa all’Ecg (non applicabile ad es. ad un braccialetto per sportivi). Si tratta di un metodo semplice ed economico già utilizzato in medicina che permette di monitorare in dettaglio i segni vitali di una persona per 24 ore al giorno. Ciò avviene con il monitoraggio della variazione del volume del sangue attraverso la distensione di arterie ed arteriole nel tessuto sottocutaneo.

I ricercatori hanno progettato un’applicazione che tenendo sotto controllo i valori del paziente ha consentito ai medici di offrire assistenza integrata per tutta la durata della sperimentazione. I medici sono stati in grado di valutare periodicamente le statistiche aggiornate del paziente e di contattarli tramite l’app per offrire loro consigli e garantire che il pericolo di complicanze fosse ridotto al minimo.

I risultati dello studio 

«La fibrillazione atriale non è pericolosa di per sé. Il vero pericolo è rappresentato dalle sue complicanze, a partire dall’ictus cerebrale», come spiega il Prof. Claudio Tondo, coordinatore dell’area di Aritmologia del Centro Cardiologico Monzino. Infatti nella fibrillazione atriale il cuore batte in modo irregolare e non riesce a pompare il sangue che ristagna formando dei trombi (coaguli di sangue). Questi, distaccandosi, possono occludere le arterie provocando un’embolia o un ictus, un infarto cerebrale che avviene in seguito all’occlusione di un’arteria del cervello.

Al termine dello studio, i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che gli episodi di ictus, tromboembolia sistemica e morte erano significativamente più bassi nei pazienti che hanno utilizzato i dispositivi rispetto a quelli sottoposti a cure tradizionali (1,9% rispetto al 6%). Anche i tassi di ri-ospedalizzazione sono stati notevolmente ridotti, con solo l’1,2% dei pazienti nel gruppo “tecnologico”, rispetto al 4,5% dei pazienti nel gruppo di controllo.

Questi risultati mostrano un innegabile vantaggio per l’adozione di un approccio integrato al monitoraggio e al trattamento di patologie cardiache come la fibrillazione atriale.

Il professore associato Guo ha dichiarato: “Il nostro studio evidenzia chiaramente la necessità di un approccio di cura integrato alla cura della fibrillazione atriale, supportato dalla tecnologia sanitaria mobile, in quanto aiuta a ridurre i rischi di riospedalizzazione ed eventi clinici avversi“.

Fonti:

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0735109720305325?via%3Dihub

https://www.cardiologicomonzino.it/it/news/2016/10/13/fibrillazione-atriale-e-ictus-una-relazione-pericolosa/598/

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