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Parola alla scienza

Il cerotto “bionico” che cura il cuore dopo un infarto

Il cerotto “bionico” che cura il cuore dopo un infarto

Un gruppo di ricercatori dell’University of New South Wales di Sydney (Australia) e dell’Imperial College di Londra (Regno Unito) ha sviluppato un cerotto “bionico” in grado di migliorare il funzionamento del tessuto cardiaco danneggiato a seguito di un infarto.

 

Un vero e proprio dispositivo all’avanguardia da applicare direttamente sul cuore per migliorare la conduzione degli impulsi elettrici e ridurre le complicazioni in pazienti vittime di infarto.

 

“Gli infarti creano una cicatrice che rallenta e interrompe la conduzione degli impulsi elettrici nel cuore. Ciò porta ad alterazioni potenzialmente fatali del ritmo cardiaco – spiega Sian Harding coautore dello studio – Il nostro cerotto a base di un polimero che conduce elettricità è pensato per risolvere questo serio problema”.

 

Come funziona il cuore: un approfondimento

Il nostro cuore batte grazie al nodo senoatriale, un piccolo gruppo di cellule del complesso sistema neuro-elettrico cardiaco, che regola autonomamente il battito. È il nostro pacemaker naturale. 

Quando il nodo senoatriale invia un impulso elettrico, ciascuno dei ventricoli si contrae in un ordine specifico per pompare il sangue in tutto il corpo.

Tuttavia quando si ha un attacco cardiaco, il tessuto cicatriziale che si forma sul cuore limita l’impulso elettrico e la sua propagazione, causando irregolarità nel battito cardiaco (aritmia cardiaca).

 

Lo studio

Durante lo studio condotto su cavie di laboratorio, i ricercatori hanno scoperto che la presenza del cerotto ha migliorato la conduzione dell’impulso elettrico attraverso il tessuto cardiaco cicatriziale, riducendo le complicazioni da infarto.

 

“Prevediamo di aiutare i pazienti infartati a prevenire le aritmie cardiache applicando questo cerotto sul cuore come ponte tra il tessuto sano e quello cicatriziale” spiega Damia Mawad, coautore dello studio.

 

La composizione del cerotto

Il cerotto ideato da Harding e colleghi è formato da uno strato di chitosano (un polisaccaride presente nel carapace dei crostacei), uno strato di polianilina (un polimero in grado di condurre l’elettricità) e acido fitico (sostanza vegetale che permette alla polianilina di condurre l’elettricità).

 

I vantaggi del cerotto “bionico”

“Il nostro cerotto rappresenta un grande passo in avanti nella ricerca. Abbiamo dimostrato che è stabile e mantiene la conduttività in condizioni fisiologiche per più di due settimane, e non per un giorno come altre soluzioni”, spiega Damia Mawad.

 

Inoltre “non sono necessari punti di sutura per la sua applicazione, rendendolo mini-invasivo e poco dannoso per il cuore”.

Il cerotto, infatti, viene applicato al cuore attraverso un raggio laser verde, che lo fa ben aderire al tessuto cardiaco per una migliore prestazione.

 

La sua efficacia è stata già testata con successo “tuttavia, è una tecnologia ancora in fase embrionale che attualmente può essere utilizzata per delle ricerche di base, per meglio comprendere come il materiale interagisce con il tessuto cardiaco, come influenza la trasmissione degli impulsi elettrici nel cuore e quali sono i cambiamenti fisiologici associati ad un infarto”.

 

Non ci resta che aspettare gli sviluppi futuri di questo dispositivo salvavita.

 

Fonte:

Damia Mawad et al., A conductiong polymer with enhanced electronic stability applied in cardiac models, Science Advances, 2016

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