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Berberina: un nuovo aiuto contro il colesterolo alto

La berberina ha una storia millenaria alle spalle ed è una sostanza di origine vegetale proveniente dall’India e dalla Cina. Il suo utilizzo nella medicina tradizionale cinese e nella medicina ayurvedica è molto antico. La berberina era conosciuta soprattutto come rimedio per la dissenteria e per la gestione di gastroenteriti batteriche e di altre malattie digestive, proprio per le sue proprietà antimicrobiche e antisecretive.

Da qualche anno, però, i riflettori sono puntati sulle sue proprietà ipocolesterolemizzanti e ipoglicemizzanti.

Prima di addentrarci nei dettagli delle sue proprietà, approfondiamone la conoscenza.

Cos’è la berberina

La berberina è un alcaloide isochinolinico naturale che si trova in una grande quantità di erbe appartenenti al genere Berberis, tra cui golden sean, crespino, ed altre piante utilizzate nella medicina tradizionale cinese.

In queste piante l’alcaloide berberino si trova nello stelo, nelle radici, nella corteccia e nei rizomi (steli sotterranei simili alla radice) ed è caratterizzato da un colore giallo intenso.

Proprietà terapeutiche della barberina

La berberina è stata da sempre utilizzata come rimedio per la dissenteria. Il suo effetto antidiarroico dipende dall’inibizione della secrezione intestinale, da un effetto riparativo sulla barriera intestinale e anche da un’azione antimicrobica.

Nel 2004, con lo studio pubblicato su Nature Medicine ( Berberine is a novel cholesterol-lowering drug working through a unique mechanism distinct from statin), la berberina è salita agli onori della cronaca.

Durante questa ricerca la berberina è stata somministrata, per via orale, a 32 pazienti ipercolesterolemici per tre mesi. Al termine del periodo i livelli di colesterolo nel sangue dei soggetti studiati, risultavano ridotti del 29%, i trigliceridi erano ridotti del 35% e il colesterolo LDL risultava ridotto del 25%.

I dati emersi dalla ricerca sono stati particolarmente incoraggianti ed hanno portato la berberina ad essere considerata una valida alternativa naturale alle statine.

Meccanismo di azione della berberina sul colesterolo

Il meccanismo di azione con cui la berberina riduce i livelli plasmatici di colesterolo, è differente da quello esercitato dalle statine. Infatti le statine diminuiscono la sintesi del colesterolo endogeno, mentre la berberina aumenta l’attività ed il numero dei recettori epatici per le LDL.

Due recenti studi hanno evidenziato come la berberina sia in grado di inibire la proteina PCSK9, coinvolta nei processi di degradazione dei recettori epatici delle LDL. Questa attività della berberina potrebbe costituire un traguardo importante perché oggi la maggior parte dei farmaci utilizzati per ridurre i lipidi, tendono a far aumentare l’espressione di PCSK9.

L’effetto della berberina sul colesterolo, non si ferma qui. Infatti essa ne riduce l’assorbimento intestinale aumentandone l’escrezione fecale.

Quindi la  berberina esercita un’azione ipolipemizzante nuova e soprattutto non statino-simile.

Berberina e statine

Proprio grazie al diverso meccanismo d’azione la berberina può essere utilizzata in combinazione alle statine per ottimizzare l’efficacia contro il colesterolo.

Chi ha dovuto, suo malgrado, affrontare il problema del “colesterolo alto”, ha fatto senz’altro la conoscenza con la monacolina K. Vediamo qual è la sua provenienza e come funziona.

La monacolina K, estratta dal riso rosso fermentato, ha una struttura chimica identica alla lovastatina e simile a quella di altre statine ed ha, perciò, un meccanismo di azione statino-simile. La monacolina K in associazione alla berberina, quindi, dà vita ad un meccanismo sinergico efficace nella cura dell’ipercolesterolemia.

Fonti:

https://it.drderamus.com/berberine-2195

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=berberine+cholesterol&filter=simsearch1.fha

www.endocrinologiaoggi.it/2018/06/berberina/

Laureata in Lettere, freelance

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