La terapia delle statine è un cardine nella prevenzione pura delle malattie cardiovascolari.
Prima di tutto bisogna distinguere le ipercolesterolemie familiari, cioè quei pazienti che indipendentemente dalla dieta producono elevati valori di colesterolo e quelli che invece hanno un’ ipercolesterolemia causata da dieta o da altre patologie come spesso succede nei pazienti diabetici o nei pazienti affetti da ipotiroidismo. Infatti quando la ghiandola tiroide funziona un pò meno del dovuto si rallenta il metabolismo per cui anche in una situazione di dieta normolipidica ci possono essere dei valori di colesterolo superiori alla soglia standard.
Quando si prescrive una statina e quando no?
Ci sono delle precise linee guida da seguire nella prevenzione del rischio cardiovascolare.
I pazienti che hanno un ipercolesterolemia di tipo familiare hanno già in prima battuta l’indicazione al trattamento con le statine.
Per quanto riguarda invece le persone che assumono colesterolo con la dieta ci sono diversi step con rimedi differenti a seconda della risposta alla cura.
Il primo in assoluto è un cambiamento dello stile di vita che si traduce nel controllare l’alimentazione seguendo una dieta che elimini tutti i nutrienti ricchi in colesterolo e trigliceridi e nel favorire l‘attività fisica aerobica quindi il movimento.
Nel caso in cui questi cambiamenti non portassero alla diminuzione dei valori di colesterolo e in particolare delle LDL ,il “colesterolo cattivo”, entro livelli normali si passa al secondo step che aggiunge al movimento e alla dieta l’assunzione di integratori alimentari a base di riso rosso fermentato.
Se dopo più di un mese dall’assunzione degli integratori non si sono raggiunti i livelli desiderati di colesterolemia allora si deve passare al terzo step prescrivendo il trattamento con statina che può essere a basso o medio dosaggio in base ai valori di colesterolo.
Statine obbligatorie per pazienti “speciali”
La situazione cambia in maniera radicale nelle persone che hanno avuto un evento ischemico cardiaco (cardiopatia ischemica), angina, infarto o anche e lo sottolineo nei pazienti diabetici.
Questi pazienti devono avere secondo le linee guida dei valori di colesterolemia molto inferiori rispetto a quelli per la popolazione normale.
Quindi una persona che è stata colpita da cardiopatia ischemica o da infarto o ha fatto il bypass o ha avuto una sindrome coronarica acuta deve avere come valori di colesterolo LDL intorno a 70 mentre è desiderabile per la popolazione normale un massimo di 110.
La stessa cosa vale per i pazienti diabetici in trattamento con o senza insulina che devono avere dei valori intorno a 70.
I benefici delle statine
Le statine portano dei benefici ipolipidemizzanti che si traducono in un abbassamento dei valori di colesterolo totale e di colesterolo LDL così come dei trigliceridi ed un aumento dei valori di colesterolo HDL o “colesterolo buono”.
Cosa controllare durante la terapia con statine
Nella terapia con statine croniche bisogna sempre controllare nel tempo sia l’efficacia e quindi i valori di colesterolemia misurati secondo gli intervalli previsti.
Un altro controllo importante è la funzionalità epatica e quindi le transaminasi e le CPK.
Le statine potrebbero infatti causare un aumento delle CPK a volte sopra i 400- 500 come valore massimale. In questo caso bisognerà intervenire modificando la terapia.
Quali sono gli effetti collaterali delle statine?
I disturbi che più sovente si possono riscontrare durante l’assunzione delle statine sono mal di testa, dolori muscolari, disturbi gastrointestinali e disturbi del sonno.
Gli effetti collaterali possono variare a seconda della dose e della statina somministrata.
Come eliminare gli eventuali effetti collaterali
Una volta iniziata la terapia con la statina risulta importante l’eliminazione di eventuali effetti collaterali.
Questo non vuol dire sospendere le statine o diminuirle.
Nel caso di un aumento delle CPK si può affiancare alla statina un altro farmaco : la ezetimibe, una molecola che abbassa i valori di colesterolemia senza alzare appunto le CPK.
Inoltre molti pazienti in terapia con statine lamentano dei dolori muscolari che però a volte non sono correlati ad un aumento delle transaminasi o delle CPK. In questi casi bisogna cercare comunque di non sospendere la statina ma se i valori non diminuissero e i dolori non sparissero si può sostituire la statina con l’ezetimibe.
Fonti
Wood Fa, Howard JP, Finegold JA, et al. N-of-1 Trial of a Statin, Placebo, or No Treatment to Assess Side Effects. N Eng J Med 2020; DOI: 10.1056/NEJMc2031173