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Parola alla scienza

Ridurre i rischi cardiovascolari con la Vitamina D

Ridurre i rischi cardiovascolari con la Vitamina D

Recenti studi osservazionali hanno individuato un’associazione tra la carenza di Vitamina D e l’insorgere di alcune malattie cardiovascolari.

Infatti, oltre a favorire l’assorbimento di calcio e fosforo, indispensabili per la salute, la crescita e la mineralizzazione delle ossa, la Vitamina D ha una funzione importante nella regolazione della pressione sanguigna, dei livelli di colesterolo e del sistema cardiovascolare in generale.

Come è stato osservato dal gruppo di ricercatori a capo del progetto“Rischi dell’ateriosclerosi nelle Comunità” (Atherosclerosis Risk in Communities – ARIC) – effettuato su 13.039 pazienti eterogenei per età, sesso, colore della pelle e Paese di provenienza – i pazienti con insufficienza di Vitamina D sembrano essere più predisposti all’insorgere di problematiche cardiovascolari (ipertensione, diabete, infarto, scompenso cardiaco), in quanto hanno livelli troppo bassi di colesterolo “buono” (HDL) e alti livelli di colesterolo totale e colesterolo “cattivo” (LDL).

La supplementazione di Vitamina D può contribuire a ridurre i rischi cardiovascolari?

I risultati parlano chiaro, la supplementazione di Vitamina D è strettamente correlata al miglioramento dei livelli di colesterolo buono HDL, con conseguente riduzione dell’insorgenza di problematiche cardiovascolari. Tuttavia non è possibile parlare di causalità.

“I nostri risultati […] corrispondono con quelli ottenuti da altri studi epidemiologici e suggeriscono come integrazioni di Vitamina D possano migliorare i livelli di colesterolo HDL in certe popolazioni” scrive K.F. Farid – referente del progetto ARIC.
“Tuttavia, non è ancora stato definitivamente dimostrato come la supplementazione di Vitamina D possa definitivamente ridurre il rischio di problemi cardiovascolari o migliorare il profilo lipidico”. Saranno i risultati di ulteriori trials clinici randomizzati, come il progetto VITAL (VITamin D and OmegA-3 TriaL), a determinare definitivamente i benefici dell’integrazione della Vitamina D sugli esiti cardiovascolari.

La vitamina del sole

Il modo più semplice per produrre Vitamina D è prendere il sole, ricordandosi sempre di prendere le dovute precauzioni e proteggersi dai raggi solari.

Tuttavia, quando le condizioni climatiche o geografiche limitano l’esposizione al sole, o altri fattori alterano il suo assorbimento, è possibile integrare la Vitamina D con cibi ricchi di nutrienti quali uova, fegato, pesci, latte e carne.

Ricorda: l’apporto ottimale di Vitamina D varia da individuo a individuo in base alle specifiche condizioni fisiche e di salute, al regime dietetico e alle abitudini di vita, pertanto se sospetti una carenza di Vitamina D parlane con il tuo medico di fiducia.

 

Fonti:
K.F. Farid et al., “Serum Vitamin D and Change in Lipid Levels over 5 years: the Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC) study”, Nutrition
Vitamin D deficiency and mortality risk in the general population: a meta-analysis of prospective cohort studies, The American Journal of Clinical Nutrition
Mascitelli L., Goldstein M.R., Pezzetta F., Carenza di vitamina D e malattie cardiovascolari, Recenti Progressi in Medicina
Buonsanti G, La vitamina D: da fattore antirachitico ad indicatore dello stato di salute generale, Minerva Med.

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